Livorno 20 agosto 2012
Carissimi tutti della compagnia Mayor Von Frinzius, vorrei ringraziarvi, non tanto per il grande lavoro che portate avanti e che può più o meno piacere, ma soprattutto perché siete riusciti a provocare in questo torpore agostano un dibattito su temi esistenziali che travalicano problemi quotidiani quali marciapiedi sporchi, posteggi a pagamento ecc…
Il mio parere sull’argomento è questo: ogni spettacolo, ogni forma di espressione può piacere oppure no: per me è totalmente inutile solo ciò che lascia indifferenti. Detto questo, mi presento, sono Luca, così detto diversamente abile da chi pensa di sapere molto su quelli come me. Per cominciare io mi sento diversamente funzionante e non diversamente abile, in secondo luogo sono stufo di essere identificato, giudicato e guidato per il mio bene in funzione di una diagnosi. Per cui vorrei dire a tutti quelli che con tanto amorevole impegno si occupano di quelli simili a me (non esistono due persone uguali neanche sotto l’etichetta di una stessa diagnosi) che rivendichiamo il diritto di scegliere liberamente almeno nell’ambito delle esperienze socio emotive. Non dovrebbero essere i genitori a scegliere senza aver prima fatto la proposta ai figli.
I miei genitori mi hanno proposto il laboratorio teatrale di Giannini e io ho detto no perche non riuscivo ad immaginarmi in una situazione tanto dinamica per un tempo prolungato. Però lo spettacolo mi piace e, soprattutto mi piace l’atmosfera, il climax che c’è e si trasmette al pubblico, all’interno della compagnia come in un microcosmo dove sono abolite le differenti classificazioni di genere. In ultimo: mi sento merda quando le persone dicono ai miei genitori” peccato non parla (non pensa) è tanto bello!”.
Luca Razzauti |
Mi ha colpito l'espressione di Luca "diversamente funzionante" ... espressione estremamente intelligente per una persona che, da quando lo conosco - per dire quasi da sempre - ha avuto la percezione piena di se stesso e dei propri limiti, una autocoscienza da fare invidia a qualsiasi "normodotato" (si dice così?). Mi ha colpito di più la "merda" che ha messo in fondo alla sua riflessione perché anche quella fa parte della propria autocoscienza (all'incontrario). Perché, come si dice a Livorno, la merda è quella cosa che più la tocchi e più puzza. Dunque è meglio scansarla ... l'esperienza di essere scansato - credetemi perché l'ho provato in altri ambiti in cui si è avvezzi a predicare il contrario - l'esperienza di essere scansato ti segna dentro e ti corrode piano piano.
Luca è coraggioso, sa dire (scrivere) pane al pane e vino al vino, e lo devo ringraziare perché aiuta gli altri ad averne ... anche più vecchi di lui come il sottoscritto. |